Che cos’è l’osteoporosi?

L’osteoporosi è una malattia sistemica dell’apparato scheletrico caratterizzata da una bassa densità minerale ossea e da un deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo: le ossa divengono più fragili e sono esposte ad un maggior rischio di frattura anche in seguito a lievi urti o cadute. Nel caso di fratture di femore il ricovero in ospedale è indispensabile e nella maggior parte dei casi è necessario l’intervento chirurgico con inserimento di protesi. L’osteoporosi causa anche fratture alle ossa della spina dorsale, cioè alle vertebre. Queste fratture, chiamate  “schiacciamento vertebrale”, determinano una compressione della colonna vertebrale, con conseguente diminuzione della statura corporea.

 

Il calcio e il sistema osseo

Il calcio è importante nell’età infantile per la formazione di un robusto sistema osseo che ci proteggerà dall’osteoporosi quando saremo in età avanzata. Il sistema osseo raggiunge la sua massima robustezza nei primi 30 anni di vita. È perciò importante assumere adeguate quantità di calcio nell’infanzia e nell’adolescenza; più tardi, quando le ossa cominceranno a perdere calcio (specialmente nel caso delle donne che entrano in menopausa) bisognerà supplire adeguatamente il calcio mancante. Questo vale anche per gli uomini, perché anch’essi perdono calcio dal loro sistema osseo quando raggiungono un’età avanzata. È importante assicurare anche un adeguato apporto di vitamina D, necessaria per l’assorbimento del calcio presente nella nostra dieta.

 

La vitamina D e il sistema osseo

Livelli insufficienti di vitamina D nelle persone anziane aumentano il rischio di osteoporosi, di cadute e di fratture. In Italia la fonte principale di vitamina D è costituita dai raggi del sole. Per far sì che il sole interagisca col nostro corpo stimolando la formazione di vitamina D, dobbiamo esporre ai raggi solari le mani, il viso e le braccia (o una superficie di pelle equivalente) per un periodo variabile tra i 5 e i 15 minuti, da quattro a sei giorni alla settimana. Le persone anziane e le persone di carnagione scura devono esporsi più a lungo: 15 minuti, 5-6 giorni alla settimana.

Bisogna però stare attenti a non esporsi ai raggi solari tra le 10 del mattino e le 2 del pomeriggio (tra le 11 del mattino e le 3 del pomeriggio quando è in vigore l’ora legale) per evitare il rischio di scottature e melanoma, due malanni che annullerebbero il beneficio della produzione di vitamina D. La carenza di vitamina D nei bambini può dar luogo al rachitismo, un disturbo che causa indebolimento delle ossa e dei muscoli e malformazioni del sistema osseo. Negli adulti la deficienza di vitamina D può determinare fratture, tramite l’osteoporosi, nonché dolori alle ossa ed alle articolazioni, indebolimento muscolare e cadute.

 

Vitamina D e osteoporosi

La vitamina D ha un ruolo insostituibile nella prevenzione e trattamento

dell’osteoporosi postmenopausale e senile. Va ricordato infatti che l’efficacia dei farmaci sulla riduzione dell’incidenza di fratture vertebrali

e periferiche può risultare compromessa dalla mancata correzione del

deficit di calcio e di vitamina D. La supplementazione di vitamina D rappresenta pertanto un presupposto essenziale a qualsiasi trattamento farmacologico per l’osteoporosi. Adeguati livelli di vitamina D risultano indispensabili per il mantenimento di un’ottimale mineralizzazione ossea. Numerosi studi infatti hanno documentato l’efficacia della supplementazione di vitamina D sul rischio di frattura. Alla carenza di vitamina D è stato associato anche un quadro di deficit muscolare, una situazione che clinicamente può tradursi in un aumentato rischio di caduta

e quindi di frattura, indipendentemente dagli effetti deleteri sulla massa ossea. In particolare è stato osservato che, nei soggetti anziani con deficit muscolari o con maggior frequenza di caduta accidentale, i livelli di vitamina D erano mediamente insufficienti.

La supplementazione vitaminica D ha infatti dimostrato di essere in grado non solo di ridurre il rischio di caduta e il conseguente rischio di frattura ma di determinare anche un miglioramento dell’equilibrio, della forza muscolare, del tono posturale e della mobilità funzionale.

 

Di quanto Calcio e Vitamina D abbiamo bisogno?

Calcio

Il fabbisogno giornaliero di calcio nell’adulto è di circa 1000 mg al giorno ma può variare a seconda dell’età e delle abitudini alimentari. Un adeguato apporto di calcio è indispensabile nei processi di accrescimento (infanzia adolescenza) per l’ottimizzazione del picco di massa ossea e, in età più avanzata, per rallentare la perdita di massa scheletrica. Il fabbisogno giornaliero di calcio aumenta nella donna durante la gravidanza e l’allattamento. Dopo i 65 anni diminuiscono i livelli di vitamina D assorbiti a livello intestinale a causa del deficit alimentare e della riduzione della sua sintesi cutanea. Questo provoca la riduzione dell’assorbimento intestinale di calcio, con conseguente aumento del suo fabbisogno con il passare degli anni.

La principale fonte di calcio per l’organismo è rappresentata dalla diet. L’assimilabilità del calcio contenuto non è uguale per tutti i cibi ed il maggior quantitativo di calcio facilmente assimilabile è fornito dal latte e dai latticini.

Nell’alimentazione moderna l’apporto di calcio è in genere insufficiente. Anche nella popolazione italiana, il calcio nella dieta è spesso al di sotto della dose raccomandata per ciascuna fascia di età e nel 20-30% dei casi è addirittura considerato del tutto inadeguato al fabbisogno giornaliero, sia negli uomini che nelle donne. Il problema è particolarmente serio negli anziani, dove si calcola che in un’elevata percentuale di soggetti (circa il 40%) viene assunta solo la metà della dose raccomandata.

 

Vitamina D

L’esposizione (senza filtri solari) della cute di braccia e volto può fornire tutto il fabbisogno giornaliero di vitamina D dell’organismo. Il fabbisogno di vitamina D varia a seconda dell’età del soggetto e di alcune condizioni morbose che possono ridurre l’abilità della pelle a sopperire al fabbisogno totale dell’individuo.

 

Chi sono le persone a maggior rischio di deficienza di vitamina D?

  • le persone anziane – specialmente chi è costretto a casa o in un istituto di cura;
  • le persone che hanno un disturbo alla pelle che le obbliga ad evitare i raggi del sole;
  • le persone con la pelle scura;
  • le donne che indossano veli e si coprono la maggior parte del corpo;
  • le persone affette da malattie che impediscono di assorbire abbastanza vitamina D;
  • le persone che fanno uso di filtri solari.

La vitamina D è rara nei cibi. La maggiore fonte è costituita dai grassi animali contenuti soprattutto nei pesci grassi (ad esempio il salmone) e nei latticini. L’olio di fegato di merluzzo contiene vitamina D, ma anche vitamina A, che in gran quantità può essere nociva all’organismo.

Gli apporti quotidiani minimi di vitamina D consigliati sono i seguenti:

  • Almeno 400 UI dalla nascita fino ad 1 anno di vita
  • 600 UI dopo il 1° anno di vita*
  • 1.500 UI per gli adulti sani
  • 2.300 UI per gli anziani

L’impossibilità di assicurare un apporto adeguato di vitamina D con la dieta rende indispensabile attuare programmi di prevenzione della carenza di vitamina D che prevedano la somministrazione di supplementi soprattutto nelle popolazioni anziane.

 

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